R&W: Dennis Lehane

Pubblicato il 7 settembre 2014 su “35mm.it”

Signori, tutti in piedi che oggi si parla di un maestro del thriller.

Dennis Lehane è nato a Dorchester, il 4 agosto 1966. È di origine irlandese e vive a Boston (dove sono ambientate le sue storie). Ha studiato letteratura inglese, americana e scrittura creativa. Insegna scrittura creativa avanzata all’Università di Harvard.

Ha scritto, a oggi (Nota: I dati sono relativi alla data in cui è stato scritto l’articolo. Trovate gli aggiornamenti a fine scheda), 10 romanzi, tutti bestseller.

Serie di Patrick Kenzie e Angie Gennaro:

1994: Un drink prima di uccidere (A drink before the War)
1996: Buio prendimi per mano (Darkness, take my hand)
1997: Fuga dalla follia (Sacred)
1998: La casa buia (Gone, Baby, Gone)
1999: Pioggia Nera (Prayers for rain)
2010: Moonlight Mile (Moonlight Mile)

Altri romanzi

2001: La morte non dimentica (Mystic River)
2003: L’isola della paura (Shutter Island)
2008: Quello era l’anno (The Given Day)
2012: La legge della notte (Live by Night)

Questi i film tratti dai suoi libri:

MYSTIC RIVER (2003)

Diretto da Clint Eastwood, con Sean Penn (Jimmy), Kevin Bacon (Sean), Tim Robbins (Dave), Laura Linney (Annabeth, moglie di Jimmy), Marcia Gay Harden (Celeste, moglie di Dave).

Il film ha ricevuto 6 nomination all’Oscar e 5 ai Golden Globe. Entrambi sono stati vinti da Sean Penn (migliore attore protagonista) e da Tim Robbins (migliore attore non protagonista). Ha avuto la sfortuna di uscire contemporaneamente a Il Signore degli Anelli – il fenomeno di quell’anno – e ne è stato fortemente penalizzato.

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La storia:
1975 – Tre ragazzini – Jimmy, Sean e Dave – giocano in una strada periferica di Boston quando una macchina “che sapeva di mele”, con due uomini a bordo, si ferma accanto a loro. Ne scende quello che sembra un poliziotto e, con la scusa di riportarlo a casa, fa salire in macchina Dave, il più vulnerabile dei tre, descritto come “un ragazzino dai polsi sottili e dagli occhi spenti”. Di Dave non si hanno più notizie per quattro giorni, fino a quando non riesce a fuggire dai “lupi” che lo avevano rapito.
2000 – I tre, cresciuti, si sono persi di vista, anche se Jimmy e Dave, che hanno sposato due cugine, hanno contatti sporadici. Ma le loro storie s’incontreranno di nuovo in seguito al brutale omicidio della figlia di Jimmy, Kate. Sean è il detective incaricato di risolvere il caso e i tre si renderanno conto che 25 anni prima, su quella macchina, in fondo c’erano saliti tutti.

In questo film ci sono parecchie curiosità da segnalare:

  • Dennis Lehane appare – per pochi secondi – a bordo di una decapottabile scura, accanto a una donna vestita di rosso, durante la parata finale del film.
  • In Mystic River ha una brevissima parte anche Eli Wallace, nei panni di un venditore di liquori interrogato dagli agenti Devine e Powers. Wallace e Clint Eastwood sono diventati buoni amici ai tempi di “Il Buono, il Brutto e il Cattivo” di Sergio Leone e il regista ha voluto Wallace nel suo film.
  • Forse non tutti sanno che… Clint Eastwood è anche un musicista: è infatti l’autore delle musiche di Mystic River (peraltro davvero belle e adatte alla storia).
  • Il film è stato girato in soli 39 giorni.

Mystic River rispecchia fedelmente la trama del libro ed è bellissimo. I personaggi sono perfetti e gli attori bravissimi. Che altro dire? È un film essenziale, senza orpelli inutili, dove ogni scena è importante e con un significato ben preciso.

Leggendo il libro si comprendono meglio tutte le sfaccettature dei personaggi e alcuni aspetti della storia. In particolare, nonostante le buone interpretazioni di Laura Linney e Marcia Gay Harden, si perdono caratteristiche importanti delle due mogli, ma è inevitabile se consideriamo che stiamo parlando di 456 pagine (Edizione Piemme del 2002 per “I maestri del Thriller”) contro 137 minuti di film.

Due o tre personaggi sono stati completamente soppressi dallo sceneggiatore Brian Helgeland e si sorvola a piè pari su alcune situazioni, ma la storia non ne risente.

I libri di Lehane non sono semplici: scavano a fondo nell’animo umano e nella psiche, con finali spesso a effetto e quindi chapeau a Monsieur Eastwood.

GONE BABY GONE (2007)

Diretto da Ben Affleck (al suo esordio come regista) con Casey Affleck (Patrick Kenzie), Michelle Monagnam (Angie Gennaro), Morgan Freeman (Jack Doyle), Amy Ryan (Helene McCready), Ed Harris (Remy Bressant).

Per la sua interpretazione in questo film, Amy Ryan ha ricevuto la nomination come miglior attrice sia per gli Oscar che per i Golden Globe.

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La storia:
Amanda McCready, una bambina di 4 anni, viene rapita misteriosamente e gli zii chiedono l’intervento di due investigatori  – Patrick Kenzie e Angela Gennaro – per ritrovarla. Finale a sorpresa.

Il tema fondamentale della storia è agire secondo coscienza, fare la cosa giusta; ma sarà poi davvero giusta? A ognuno la sua interpretazione.

Chi non ha letto il libro probabilmente lo definirebbe un buon film. È la prova d’esordio di Ben Affleck come regista, con una storia di certo non facile da raccontare. Parecchie critiche parlano in toni entusiastici sia del film che di Casey Affleck, fratello del regista e interprete principale, nonché della bravura nel riprodurre la degradazione e le brutture dei quartieri malfamati di Boston. Moltissimi i giudizi positivi del pubblico, ma il sospetto (per non dire la certezza) è che molti neppure conoscano l’esistenza del romanzo che lo ha ispirato.
Quando si guarda un film tratto da un buon libro si è sempre un po’ prevenuti. Se poi si è letta tutta la serie (sei romanzi, e questo non è neppure il migliore) e se quelle storie sono stati scritte da uno dei tuoi autori preferiti… beh, è un dramma.
Quella di Affleck, rispetto al romanzo di Lehane, è proprio un’altra storia e non tanto per la trama (anche se ci sono particolari importanti che ne modificano aspetti fondamentali), quando per i personaggi.
Dove sono la verve, la sagace ironia, l’intelligenza, l’astuzia, l’irresistibile simpatia e la sfacciataggine irlandese di Patrick? Dov’è quell’insopprimibile gusto per la battuta tagliente che lo mette spesso nei guai?
E Angie? L’orgogliosa Angela Gennaro, affascinante nipote di uno dei più potenti boss della malavita italo-americana, che ha scelto di stare dalla parte della legge e tiene testa con freddezza e intelligenza ai criminali più incalliti? Dov’è la “nostra” Angie?
Per non parlare di Bubba, un personaggio mitico. Nel film non si capisce neppure chi sia. Un paio di banali apparizioni di un tipo “normale” per rappresentare il più simpatico e spietato gigante psicopatico che si possa immaginare (e già questi aggettivi contraddittori fanno capire che tanto “normale” Bubba non sia); un criminale che vive in un magazzino con il pavimento minato (e chi non conosce la disposizione delle mine… boom!), disposto ad aiutare i suoi amici in ogni occasione, che arrossisce di fronte a un complimento di Angela. Gli scambi di battute tra i tre sono spesso epocali e irresistibili.

Nel film i personaggi sono spenti, piatti, come ombre di quelli letterari. I dialoghi sono esageratamente – e spesso a sproposito – volgari e l’ambientazione troppo da film-verità, molto più degradata di quanto faccia intendere l’autore. Film cupo, lento, frammentario, che rende difficile la comprensione della storia.
I due detective appaiono come due poveri sfigati, mentre invece a quel punto della loro carriera hanno raggiunto anzi una buona notorietà dopo aver risolto il caso di un pericoloso serial killer e non hanno neppure problemi economici.

Ma c’è anche una nota positiva. Una gran bella interpretazione di Ed Harris, che regge il film d solo. Le nomination a Oscar e Golden Globe, se proprio indispensabili, sarebbero dovute andare a lui. Davvero un grande attore, che contribuisce a evidenziare i limiti degli altri. Un altro grande, Morgan Freeman, ha una parte troppo limitata per poter risaltare a dovere.

Se aveste voglia di approfondire, sappiate che questa storia ha un seguito nell’ultimo romanzo della serie: Moonlight Mite.

SHUTTER ISLAND (2010)

Diretto da Martin Scorsese con Leonardo Di Caprio (Teddy Daniels), Sir Ben Kingsley (Dr. John Cawley), Mark Ruffalo (Chuck Aule).

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La storia: l’agente federale Teddy Daniels, insieme al collega Chuck Aule, è chiamato a indagare sulla misteriosa sparizione di Rachel Solando, internata nel manicomio criminale di Shutter Island. Basta così. Ogni altra parola rischia di aggiungere troppo.

Esaminando il film nell’ottica del libro che lo ha ispirato, il risultato è notevole. Come al solito, la riduzione cinematografica toglie qualcosa all’atmosfera e ai personaggi e la storia va seguita con estrema attenzione, altrimenti si rischia di capirci poco. Forse il libro, almeno in fase iniziale, è meno inquietante del film, perché il pathos si raggiunge più gradualmente, ma non abbiamo dubbi nell’inserirlo nella lista delle pellicole che vanno viste.

La cosa che fa riflettere è quanto sia stata eterogenea l’accoglienza ricevuta dal film. Non sono poche le critiche che lo definiscono il peggior film di Scorsese e quasi altrettante quelle che lo etichettano come un capolavoro, con tutta una serie di sfumature intermedie. Leggendo i commenti degli spettatori sembra che ognuno abbia visto un film diverso. A tutto questo ha contribuito notevolmente la modifica del finale. Nel film sono state aggiunte due sole frasi che non compaiono nel libro, le ultime, e hanno il potere di stravolgere il significato della storia, dandogli una conclusione completamente diversa:

Cosa sarebbe peggio? Vivere da mostro o morire da uomo per bene?

Se avete voglia di fare una ricerca su Google inserendo “finale Shutter Island” troverete mille interpretazioni. Divertente leggere i pareri di chi ha definito il finale “scontato”. Per quanto mi riguarda, l’ho inserito nei tre che, invece,  mi hanno sorpreso, insieme a Il sesto senso The Others.

Per quanto riguarda gli attori, Di Caprio è davvero cresciuto molto nel corso della sua carriera. Qui è bravo. Sarebbe stato interessante vedere il film in lingua originale. Ottimo, come sempre, Sir Ben Kinglesy. Piccola partecipazione per il grande Max Von Sydow. Nel complesso, tutti gli attori hanno svolto più che bene il loro mestiere.

A nostro parere, il film non ha avuto il successo che meritava. È un viaggio tormentato nella pazzia, tra flashback sull’ultima guerra mondiale e incubi deliranti del protagonista.

Per i romanzi di Lehane sono annunciate altre due uscite in sala:

  • A settembre 2014 si attende The Drop – tratto dal racconto breve Animal Rescue, pubblicato in Boston Noir.
  • Anche il suo ultimo romanzo – Live by Night – è destinato a una versione cinematografica, con la regia di Ben Affleck e con Leonardo Di Caprio come protagonista, in data non ancora dichiarata.

Aggiornamenti rispetto all’articolo originale.

Nuovi libri:

2014: Chi è senza colpa (The Drop)
2017: Ogni nostra caduta  (Since we fell)

Nuovi film:

2014: Chi è senza colpa (The Drop)
Regia di Michael R, Roskam, con Tom Hardy, Noomi Rapace e con l’ultima apparizione di  James Gandolfini; il film è uscito nelle sale dopo la sua morte.
Come detto nell’articolo, è tratto dal racconto breve Animal Rescue. La sceneggiatura è stata scritta dallo stesso Lehane che, successivamente, ha pubblicato anche il romanzo omonimo.

2016: La legge della notte (Live by night)
Come anticipato, il regista del film è Ben Affleck, che ne è anche protagonista al posto del preannunciato Di Caprio. Affleck è anche sceneggiatore del film, nonché co-produttore assieme allo stesso Lehane.
L’accoglienza della critica è stata pessima e il film non è riuscito ad incassare neppure il necessario per coprire le spese.

 

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