Pubblicato il 22 gennaio 2015 su “35mm.it”
I sogni son desideri, chiusi in fondo al cuor…
Sì, vi viene in mente qualcosa, vero? L’avete anche canticchiata, eh?
È la favola più famosa al mondo, quella che ha fatto sognare intere generazioni di ragazzine (e non solo): Cenerentola.
Gli elementi principali della storia li conosciamo tutti: la matrigna cattiva, le sorellastre antipatiche, la fata madrina, la scarpetta di cristallo e il principe azzurro.
Ma ci siamo mai chiesti dov’è nata la storia di Cenerentola?
Si potrebbe dar per scontato che l’abbiano inventata Charles Perrault o i fratelli Grimm o magari che sia frutto della meravigliosa fantasia di Walt Disney (in fondo, gli americani pensano che abbia inventato Pinocchio…). E invece no! Non è stato nessuno di loro.
La prima Cenerentola – naturalmente con un altro nome – sembra risalire addirittura all’Antico Egitto e, più precisamente, alla XXVI Dinastia (664-525 a.C.), quando si narrava La fortunata storia dell’Etera Rodopi (o Rodope).
C’è poi chi la colloca invece in Cina, con la Storia di Yeh-Shen. Questa versione cinese, tra l’altro, enfatizza il fatto che la protagonista avesse “i piedi più piccoli del regno”, caratteristica che – come si sa – era ritenuta segno di nobiltà e bellezza femminile: i famosi “loti d’oro”.
Scartabellando qua e là, si trovano successivamente anche una Cenerentola persiana (Il vasetto magico), russa (Vassilissa la Bella), inglese (Peldicenere) e anche italiana (La Gatta Cenerentola di Giambattista Basile – 1634).
Ovunque la nostra eroina sia nata, è fatto acclarato che le versioni esistenti siano centinaia in quasi ogni parte del mondo e che questo personaggio, nelle sue numerose varianti, è divenuto parte integrante della tradizione popolare in molte culture.
Come accennato, le versioni più note in occidente sono quelle scritte nel 1680 da Charles Perrault (Cendrillon, all’interno della raccolta I racconti di Mamma Oca) e dai fratelli Grimm nella prima metà del 1800. In epoca moderna, l’unica, magica, insuperabile Cenerentola è senza dubbio quella presentata da Walt Disney nel film d’animazione realizzato nel 1950.
Cenerentola e la sua scarpetta hanno affascinato nomi celebri appartenenti a ogni genere di espressione artistica, come il balletto (Strauss figlio, Prokof’ev), l’opera lirica (Gioacchino Rossini, Jules Massenet), il teatro (La gatta Cenerentola, di Roberto De Simone – 1976 e Cercasi Cenerentola, commedia musicale ambientata negli anni ’50 di Saverio Marconi e Stefano D’Orazio, che ha debuttato nel 2014), ma, soprattutto, come spesso accade, il cinema.
Sia che la storia sia riportata tel quelle, sia che ne sia stata tratta anche solo una vaga ispirazione, contiamo decine di pellicole realizzate, a partire dal 1911.
Ne ricordiamo solo alcune:
Cinderella – 1914 – di James Kirkwood, con Mary Pickford
La scarpetta di vetro – 1955 – di Charles Walter, con Leslie Caron ed Estelle Winwood
La scarpetta e la Rosa – 1976 – di Bryan Forbes, con Richard Chamberlain e Margareth Lockwood
Cinderella – 1997 – di Robert Iscove, con Whitney Houston Brady e Whoopi Goldberg
La leggenda di un amore – 1998 – di Andy Tennant, con Angelica Huston, Drew Barrymore e Marcella Plunkett
Cinderella Story – 2004 – di Mark Rosman, con Hilary Duff e Chad Michael Murray
Another Cinderella Story – 2008 – di Damon Santostefano, con Selena Gomez e Andrew Seeley.
L’ultimo è uscito il 12 marzo 2015, realizzato dalla Disney, ma interpretato da attori veri. Il titolo è lo stesso del film d’animazione: Cinderella (per noi, Cenerentola).
Il progetto era partito fin dal 2010. La regia era stata affidata a Mark Romanek, che pare abbia lasciato per contrasti con la casa di produzione in merito alla visione da dare alla fiaba: lui ne avrebbe voluto una versione più cupa. A sostituirlo è stato poi chiamato niente meno che Kenneth Branagh.
Anche la scelta della protagonista era stata travagliata. Tra i vari nomi, era stato fatto anche quello di Emma Watson (l’Hermione di Harry Potter), ma alla fine l’ha spuntata Lily James. L’unico ruolo certo fin dall’inizio è stato quello di Cate Blanchet, nei panni della matrigna. Splendida come sempre. Una delle poche vere dive moderne, a mio parere.
All’epoca dell’uscita del film un po’ ci si è chiesti perché andare a vedere una storia della quale si conosceva già ogni singolo accadimento: si sa come va a finire e che l’amore e la bontà trionfano, senza lasciare neanche un minimo di pathos o di incertezza. Eppure gli incassi sono arrivati, così come il gradimento del pubblico. Perché?
Forse perché, in fondo, Cenerentola è la fiaba romantica per eccellenza e quasi ogni donna, almeno una volta nella vita, ha sognato un principe azzurro e per questo motivo ha trascinato marito, fidanzato o amiche altrettanto romantiche davanti a quello schermo, perché Cenerentola aiuta a continuare a sognare e a non abbandonare la speranza in un futuro migliore e di questo abbiamo sempre bisogno. E anche perché…
I sogni son desideri di felicità.
Nel sogno non hai pensieri,
ti esprimi con sincerità.
Se hai fede chissà che un giorno
la sorte non ti arriderà.
Tu sogna e spera fermamente,
dimentica il presente
e il sogno realtà diverrà.